My Wine Glass
ARTE E SCIENZA DEL VETRO PER MIGLIORARE LA QUALITA' DELLA VITA

 

ARTE E SCIENZA DEL VETRO PER MIGLIORARE LA QUALITA' DELLA VITA   QUALITÀ DEL VINO E I CALICI ACCADEMIA LUIGI BORMIOLI

 

 

 

 

"I profumi del vino si diffondono nel calice secondo leggi fisiche come la legge di Fick espressa dall’equazione differenziale
 


Le nostre eleganti forme e la cura nei dettagli catturano e controllano questi profumi per esaltare le note aromatiche del vino e percepirne il relativo profilo."
 
 
Centro Studi e Ricerca
Bormioli Luigi SpA





Chiunque è in grado di apprezzare un buon bicchiere di vino, ma saper degustare davvero non è cosa da tutti: si tratta di un’arte difficile. La sofisticata sensibilità richiesta pretende infatti un’esperienza di lungo periodo sostenuta da una conoscenza tecnica specifica sia delle caratteristiche organolettiche del vino sia del fenomeno del bere.

In questo contesto, non solo centrale ma addirittura decisiva risulta essere la funzione del calice, quale veicolo rispettoso e qualificante i segnali diffusi dal liquido. Numerose generazioni di esperti intenditori hanno ragionato ed espresso opinioni a proposito delle forme dei calici capaci di ottimizzare la trasmissione delle virtù dei vini.

Il gruppo di ricerca della Bormioli Luigi, oggi ha studiato la fenomenologia in questione, applicando criteri e metodi scientifici, sia teorici che empirici, al fine di associare ad ogni singola tipologia di vino la geometria del recipiente più adatta. Allo scopo di tradurre queste conoscenze in contenitori di vetro, la ricerca si è poi avvalsa del prezioso contributo delle aree di progettazione industriale e di marketing. Sono stati misurati parametri e comparate analisi quantitative. In buona sintesi: l’obiettivo consisteva nel riconoscere le varie leggi di diffusione nel mezzo ed orientare le traiettorie delle molecole nella direzione delle papille gustative interessate, amplificando contemporaneamente l’intensità e la persistenza delle percezioni olfattive. Infatti sinergico al gusto è l’olfatto, come ben sperimentiamo quando siamo raffreddati o tappiamo il naso al bambino che prende una medicina amara.

La vista è il primo dei sensi ad informare su stato, evoluzione, struttura e tipologia del vino: l’aspetto visivo preannuncia impressioni che verranno successivamente confermate ed integrate da odorato e gusto. Nel ”lavoro” di identificazione e percezione il naso segue l’occhio, esercitando un’attività tipicamente complessa. Forse questa capacità si è un po’ perduta nei millenni di civilizzazione (non per nulla i pochi grandi ”nasi” sono molto ben pagati dall’industria profumiera) e tornerebbe utile un suo recupero nella prospettiva di una più alta qualità della vita.

In successione temporale tocca poi all’esame gustativo valutare i sapori : essi possono essere dolci, salati, amari, acidi. Se i parametri vi sembrano pochi, riflettete sul fatto che la loro combinazione genera la casistica di un universo a quattro dimensioni! Molto numerose infine risultano essere le sensazioni tattili e gli aromi riconoscibili per via retronasale, quando il liquidi è già in bocca o è stato appena deglutito. Immaginate a questo punto la varietà possibile di ”gusti” originati dalla somma delle sensazione sopra elencate!

L’ampiezza e la complessità della pratica del ”ber vino” giustifica la magica, sionistica atmosfera in cui si fondono l’incanto paesaggistico dei vigneti al sole, la elegiaca fermentazione alcolica dei mosti, la raffinata cultura che apre ad orizzonti percettivi e sensoriali di alta eleganza.

In questa sinfonia non può mancare la presenza ed il significato del giusto calice. Un ristoratore all’altezza deontologica della sua professione dovrà saper riconoscere l’importanza ed il ruolo del vetro, distinguere la qualità dell’offerta dei fornitori ed istruire, quale guida esperta, il consumatore comune in un percorso nobilitato da un fascino estetico, una suggestione emotiva ed un’intelligenza straordinari.